Baguazhang

Baguazhang

“Sospinto dalla forza naturale, tu sei forte come un drago. Inspirando ed espirando naturalmente e in quiete, percepisci il meccanismo che regola ogni movimento. Usa la forza dell’universo e porta la tua abilità istintiva in piena luce. In moto sei come la tigre irata, in quiete sei come il drago in letargo”.

Wang Xiangzhai


Il Baguazhang (o “Palmi degli 8 Trigrammi”) è sicuramente uno dei capolavori della creatività umana applicata al movimento del corpo nelle arti marziali. Questo stile costituisce l’espressione fisica della filosofia taoista dell’Yijing (o I Ching, il Classico dei Mutamenti) la quale trova piena manifestazione nell’elusività e nell’imprevedibilità delle sue tecniche, negli improvvisi cambi di direzione atti a disorientare l’avversario e nella sua strategia riassumibile in un basilare concetto: adattarsi alle circostanze, poiché, come insegna l’Yijing, “l’unica costante è la legge del mutamento”.

Il cardine del sistema è l’utilizzo estremo della circolarità e dei movimenti di rotazione e torsione di ogni parte del corpo, caratteristiche che conferiscono al praticante un’eccezionale agilità e una potente energia cinetica da applicare alle tecniche, spesso rappresentate da attacchi penetranti con il palmo della mano aperta sferrati da ogni posizione. Parte fondamentale dell’addestramento è lo sviluppo di un particolare ed intricato lavoro dei piedi con il quale il praticante si muove rapido intorno a un punto di riferimento centrale.  Tale abilità viene concretizzata a partire da posizioni statiche e dalla tipica “Camminata in Cerchio” con la quale il praticante si muove, dapprima lentamente, intorno a un avversario immaginario, generalmente costituito da uno o più pali piantati in terra.

Le origini del Baguazhang sono piuttosto oscure e in merito esistono diverse versioni. Certo è che questo affascinante sistema vide Pechino come sua grande area di diffusione, grazie all’opera del M° Dong Haichuan (1797-1882), da molti considerato persino il fondatore dell’arte.  Secondo la tradizione il M° Dong, esperto artista marziale, viaggiò in lungo e in largo per la Cina per migliorare la sua abilità nel combattere. Giunto sulle montagne del Jiuhua Shan nella provincia di Anhui (confinante con l’Hubei, dove si trova Wudang Shan),  avrebbe conosciuto dei monaci taoisti che, oltre a salvarlo dalla morte per assideramento, gli avrebbero trasmesso le basi del sistema.